ADESSO IN ONDA

Titolo

Artista

PROGRAMMA IN ONDA

PROGRAMMA IN ONDA

SEGUICI SUI SOCIAL

Matteo Fiorino e Cruel Experience a Riserva Indie

pubblicato da il 27 Gennaio 2018


Questa settimana a Riserva Indie torna Matteo Fiorino con i brani del suo secondo album “Fosforo” prodotto da Phonarchia Dischi. Opening act della serata il fuzz rock dei lucchesi Cruel Experience con il loro album di debutto “Lives of ugly demons”. Appuntamento in diretta Lunedì 29 Gennaio dalle 21 alle 22,30 e in replica Sabato 3 Febbraio dalle 16 alle 17,30 sulle frequenze di Contatto Radio Popolare Network (89,80 Fm) e in streaming su www.contattoradio.it

Matteo Fiorino è nato alla Spezia. Ha vissuto a Bologna e da altre parti in giro per l’Italia, ma da buon ligure è andato spesso per mare. La sua è musica in bottiglia, che costruisce grandi storie a partire da piccoli bozzetti. I suoi punti di riferimento, italiani e non solo, sono tanti: da Lucio Battisti a Ivan Graziani, da Lucio Dalla ai Beatles. Dopo l’esordio con Il masochismo provoca dipendenza, uscito nel 2015, Fiorino, finalista Arezzo Wave e Premio Buscaglione, ritorna nel 2018 con Fosforo, un disco prodotto da Phonarchia Dischi, dove abbandona l’ironia vernacolare del primo album per una scrittura più asciutta e sarcastica.
https://www.facebook.com/pg/fiorinofiorinofiorino/about/?ref=page_internal

Questo interessantissimo quartetto di Lucca esce con un album mixato da Kristian Bell dei Wytches e ha la particolarità di metabolizzare in un’esperienza nuova e personale, cosa piuttosto rara al giorno d’oggi, la psychedelia dei sixties e certo hard dei seventies, sporcandoli con un approccio grunge, ma quello lisergico che fu degli Skin Yard di Jack Endino. Non ultimo anche il contributo compositivo dei Sonic Youth pare non essere estraneo agli sviluppi sonori di questa band che va seguita con attenzione.
Hanno la particolarità, nei brani sopra i due minuti, di cambiare modalità e sequenza nella stessa canzone, difatti le composizioni più elaborate sono il loro punto vincente.
Prova ne è “Highway Of Lies” che fonde le esperienze psychedeliche ieratiche e orientaleggianti degli East Of Eden con quei grumi grunge furono degli Skin Yard, creando un suono veramente unico che passa dalla solarità sixties della psychedelia ad accenni plumbei tipici di certi suoni dei ’90.
“Bite The Light” si avvia su accenni doom, segno che la lezione anche dei Black Sabbath non è assolutamente indifferente, per svilupparsi poi in quel vortice endiniano, un pezzo bellissimo con tante sfaccettature sonore, segno di personalità.
“Bad Moon” è il brano più completo ed indicativo del suono di questa band, ha una partenza acustica, si sviluppa in una psychedelia tardo sixties fino a toccare quei lidi lisergici dei Black Angels, ma tutto con una grande originalità compositiva.
“Teenage Smokeland” è un’altra visione psychedelica, più urlata, che parte da quella grumosità grunge di cui si diceva per giungere poi a delle svisate chitarristiche molto seventies nel concetto, però non vi è nulla di retrò, tutto è molto originale, persin poco sentito usualmente.
Nelle composizioni più brevi si segnala “Seven Years”, molto onirica, un vero gioiellino psychedelico, mentre quella varietà di cambi e di strutture che caratterizzano i brani più lunghi, pare condensarsi nell’urgenza di “Help Me Wizard”.
“Loud” invece non dimentica certe soluzioni più punk.
Decisamente una band che fa dell’originalità la propria prerogativa compositiva e nella varietà delle percezioni nelle singole canzoni un punto non da poco.